Oggi vi propongo un articolo che ho scritto tempo fa su Trento Blog. Si tratta di un post che tratta un concetto molto importante in ambito educativo ripreso dal libro “Disagio educativo al nido e alla scuola dell’infanzia” di Giuseppe Nicolodi: i “motori energetici” dello star bene a scuola.
Con tali parole si fa riferimento a quegli ambiti di vita che forniscono ai bambini l’energia positiva necessaria per crescere ed apprendere. In parole più semplici, si tratta di quegli elementi che fanno stare bene nel contesto scolastico e non solo. Essi valgono comunque anche nel contesto familiare. I “motori energetici”, dunque, sono tre:
- il piacere di sentirsi riconosciuti, accolti e protetti dalla figura adulta di riferimento, in poche parole, l’attaccamento. Io lo vedo, spesso, alla scuola materna, quando i bambini fanno a gara nel regalarmi il loro disegno o lavoretto più bello, oppure quando richiamano la mia attenzione di insegnante per mostrarmi il loro lavoro o l’attività che stanno svolgendo. Lo si vede anche nella scuola elementare quando ci si accorge che i bambini imparano di più e meglio se hanno una buona relazione con l’insegnante. Si comprende l’importanza dell’attaccamento nel mondo infantile anche, in termini negativi, quando cercano di coinvolgere i maestri o i genitori nei loro litigi per sentire la loro approvazione verso se stessi e disapprovazione nei confronti dei compagni.
- il piacere per la curiosità, per la scoperta, per la conoscenza e la sperimentazione. Alla scuola materna, ad esempio, si può osservare la gioia dei bambini quando gli si propongono delle esperienze giocose in cui loro sono protagonisti attivi e veri e propri ricercatori. La stessa cosa accade nella scuola elementare anche se, aimhé, non sempre l’apprendimento è così esperienziale come alla scuola materna. Ma lo si può vedere anche a casa quando ci si accorge che è sufficiente proporre ad un bambino imbronciato un’esperienza nuova per fargli trovare il sorriso.
- il piacere di stare insieme ai coetanei. Sempre alla scuola materna lo si riscontra quando i bambini ricercano la compagnia del proprio amichetto e riportano la loro sofferenza nel momento in cui avviene un litigio e l’amico dichiara di non gradire più la sua compagnia. Ma lo si vede anche alle scuole elementari quando i bambini iniziano ad essere più attenti e collaborativi se messi a lavorare in gruppo. In un contesto familiare, invece, ci si accorge dell’importanza motivante dei compagni quando, ad esempio, si propone ai propri figli di andare a giocare da amici o si propone di andare in un contesto dove ci sono altri coetanei, tipo il parco giochi.
Questi tre tipi di piaceri vengono definiti “motori energetici” proprio perché sono efficacissime fonti motivazionali per i bambini, i quali, sono disposti a tutto per soddisfarli perché per loro sono bisogni primari.
L’importanza dei tre “motori” varia a seconda del grado scolastico. Ad esempio al nido prevale l’importanza dell’energia positiva scaturita dal rapporto con l’adulto di riferimento; alla scuola materna iniziano a diventare importanti i motori della scoperta e dello stare con i compagni ma rimane ancora determinante l’attaccamento, mentre nei successivi gradi scolastici inizia a prevalere il motore della conoscenza.
Al di là del grado scolastico, comunque, la qualità dell’energia emotiva sprigionata da questi tre motori energetici e l’equilibrio che si crea tra di essi, sono indicativi del benessere sperimentato dai bambini stessi all’interno del contesto scolastico. Quando un bambino non ricerca questi tre elementi possiamo subito evidenziare una qualche forma di malessere.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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