Il ruolo di un genitore durante i compiti a casa del proprio figlio è quello di sostegno ed accompagnamento. Egli offre la sua guida verso la conquista di una progressiva assunzione di responsabilità ed autonomia, competenze tipicamente adulte.

Compiti a casa: il controllo delle aspettative

Il punto di partenza deve essere il bambino “vero” che si ha di fronte con tutte le sue caratteristiche.

Molti genitori, infatti, non riescono ad accettare com’è il proprio figlio e forniscono il loro aiuto basandosi sull’idea di come, secondo loro, egli dovrebbe essere, e si arrabbiano se vedono rifiutato il loro aiuto. Si parla di aspettative scorrette.

Ad esempio, se il proprio figlio è un po’ lento nel fare i compiti, non ci si dovrebbe arrabbiare o insistere richiedendo un ritmo di lavoro più elevato “perché solitamente gli altri bambini sono più veloci”; è più utile cercare di capire il perché e fare le richieste in base ai suoi tempi.

Oppure se il proprio figlio è un bambino con poca fiducia in se stesso, non serve a nulla pretendere che non si scoraggi o sgridarlo se ha paura di sbagliare solo perché “nella vita occorre essere forti”; è più opportuno accettare le sue fragilità e incoraggiarlo durante i compiti a casa, complimentarsi con lui per i suoi successi e rassicurarlo sulle sue capacità.

Se, invece, il proprio figlio non trova piacere nel fare i compiti e fa di tutto per fare altro, serve a poco sgridarlo e ricattarlo o punirlo “perché se è intelligente deve per forza essere diligente”, ma nemmeno lasciarlo in preda al suo disinteresse “perché è lui che si deve attivare”. Piuttosto è consigliabile contrattare con lui i tempi e le regole, e trovare delle modalità più interessanti, creative e più piacevoli: ad esempio si può concordare di iniziare i compiti a casa dopo un momento di gioco, o proporre dei filmati inerenti l’argomento da studiare oppure utilizzare dei software didattici ecc.

Infine, se il proprio figlio manifesta difficoltà nel comprendere o nell’eseguire certi tipi di compiti, non è utile eseguire gli esercizi al posto suo o prendersela con lui accusandolo di non impegnarsi e di non aver studiato abbastanza “perché i suoi compagni ce la fanno”, ma è importante cercare di approfondire cosa c’è dietro a questa difficoltà, rivolgendosi anche a degli esperti nei casi più seri.

Compiti a casa: acquisizione dell’autonomia

Lo svolgimento autonomo dei compiti di casa è un risultato che si deve raggiungere e non un prerequisito.

Il compito del genitore è, quindi, quello di  guidare il figlio verso l’autonomia fungendo da “base sicura”, cioè fornendogli il supporto che a lui serve, a seconda delle sue caratteristiche.

Non è importante che il proprio figlio faccia sempre tutti i compiti e li faccia sempre correttamente, ma è importante che impari a valutare i progressi che fa a partire dalle sue potenzialità, acquisisca un buon metodo di studio, acquisisca fiducia nelle proprie capacità, diventi competente nel gestire le proprie emozioni di fronte a questo nuovo impegno, impari a cogliere l’aspetto piacevole dello studio e riesca ad assumersi piano piano la responsabilità delle proprie scelte.

Compiti a casa: cosa offrire al proprio figlio

E’ bene ricordare che lo svolgimento dei compiti a casa è un’attività che si gioca su due piani: cognitivo e relazionale. E’ opportuno, quindi, agire su entrambi i livelli.

Ad un livello cognitivo occorre fornire il proprio sostegno nello svolgimento dei compiti o nello studio. Un genitore può, quindi, aiutare il proprio figlio aiutandolo a cercare la soluzione senza suggerirla. Oppure può rispiegargli il procedimento di un esercizio, oppure ancora può fornirgli dei suggerimenti per ricordare meglio una poesia. Può ricordargli di rivedere le cose fatte in classe, oppure può concordare con lui di studiare prima di svolgere gli esercizi. E’ importante ricordare che, comunque, anche la maestra si occupa degli aspetti cognitivi dell’apprendimento e, quindi, il ruolo del genitore è principalmente di facilitazione.

Ad un livello relazionale occorre prestare attenzione a costruire una relazione positiva e forte che è prima di tutto una relazione genitoriale, cioè tra genitore e figlio. La mamma o il papà si devono preoccupare prima di tutto della crescita sana del bambino e, quindi, devono riflettere sul ruolo che i compiti a casa svolgono nella costruzione della personalità del bambino.

Ad esempio, se il bambino non comprende un esercizio e il genitore lo aiuta a ragionare finché il bimbo riesce a completarlo, questo avrà una ripercussione positiva sulla relazione tra i due e sul bambino in particolare: egli accrescerà la sua autostima e la fiducia nelle sue capacità, ma anche sentirà di avere il genitore vicino e di poter contare su di lui nel momento del bisogno.

Se, invece, il bambino non comprende un esercizio e il genitore lo sgrida ripetutamente per non aver studiato abbastanza o per la sua mancanza di concentrazione, la relazione ne risentirà perché il bambino non si sentirà capace e competente e in più sentirà di non poter avere il sostegno del proprio genitore. Anche se lo stesso suggerisce sempre la soluzione al figlio, quest’ultimo non può giovare in termini di autostima e relazione: l’intrusione del genitore equivale a farlo sentire incapace di svolgere i compiti da solo. Ancora, se il genitore lascia il proprio figlio in balia dei suoi desideri e non interviene mai richiamandolo al suo impegno di svolgere i compiti, al bambino viene a mancare quella struttura contenitiva di regole che permette  di crescere in modo adeguato.

Per riuscire a svolgere il proprio ruolo genitoriale in modo efficace durante i compiti a casa è, inoltre, molto importante una stretta collaborazione con la scuola. È evidente che se il genitore va incontro alle esigenze del figlio, richiedendo un ritmo un pò più lento e a scuola l’insegnante non ne è al corrente e quindi sgrida il bambino per non aver portato tutti i compiti, questo non può essere di aiuto al bambino. È, quindi, fondamentale confrontarsi anche con le insegnanti manifestando le proprie difficoltà e cercando di collaborare insieme. Ovviamente per il bene del proprio figlio!

Infine, se il genitore lavora o ha più figli da seguire può valutare l’opportunità di chiedere ad una persona esterna di svolgere i compiti con il proprio bambino. In questo caso può tranquillamente  manifestare la sua presenza chiedendo al figlio di raccontare ciò che ha fatto con l’aiutante: può, quindi, offrire sostegno ed accompagnamento emotivo in un secondo momento.

Conclusioni

La modalità con cui un genitore offre il suo aiuto nel momento dei compiti ha un ruolo importante nella crescita equilibrata del proprio figlio. Egli contribuisce a costituire le fondamenta della personalità del proprio figlio, il quale ha bisogno di sentire nel genitore una presenza positiva ma nello stesso tempo determinata nel porre dei confini, cioè delle regole entro le quali stare.  Per questo è un ruolo che va costruito e coltivato con costanza, pazienza, fiducia, tolleranza, curiosità e positività, tutte competenze che diventeranno un importante bagaglio personale che vostro figlio si porterà con sé. Ovviamente in tutto questo ci sta anche la fatica, lo scoraggiamento e l’impazienza, tutte caratteristiche umane, ma l’importante è avere ben chiaro l’obiettivo che guida le vostre azioni.

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

Se ti è piaciuto l’articolo clicca “mi piace” sulla pagina e condividi l’articolo con i tuoi amici. Se vuoi essere aggiornato sui prossimi articoli e sulle prossime iniziative, iscriviti alla Newsletter (box in fondo se leggi dal cellulare, oppure in alto a destra da computer). Potrai anche scaricare tanti Ebook gratuiti su vari temi legati al mondo dei bambini! Continua a seguirmi sul mio sito ma anche su Facebook dove puoi trovare la mia pagina Facebook di Connettiti alla psicologia e il nuovo gruppo “Essere genitori oggi: riflessioni e approfondimenti”

26 Commento

  • HAMZI
    Pubblicato 16 Dicembre 2011 17:22 0Likes

    e’un argomento molto interessante .
    a mio parere l’articolo e’ di ottima analisi psicologica e di buonissima qualita’ professionale e strumentale,
    riesce a chiarire soluzioni e offrire strumenti significativi e pratici .

    • serena
      Pubblicato 16 Dicembre 2011 17:46 0Likes

      Grazie Hamzi! mi fa molto piacere quello che dici!

  • gabriella
    Pubblicato 18 Dicembre 2011 22:14 0Likes

    davvero il tuo articolo non fa una piega!E’ semplice e chiaro, e sembrerebbe anche facile da attuare tutto ciò che proponi!Invece non sempre è cosi,per mille motivi!Mi piacerebbe capire perchè in noi genitori spesso prevale l’impazienza e il nervosismo, nell’accompagnare i figli nello svolgimento dei compiti, con i risultati molto ben illustrati nel tuo articolo,risulati che ovviamente non possono che essere negativi, sia per quanto riguarda la relazione con il figlio, sia per ciò che riguarda la sua autostima e quant’altro.La prossima volta prova ad aiutare i genitori suggerendo loro le strategie per “staccare” un attimo dai loro problemi,mentre seguono i figli nei compiti.Grazie.Mantieni sempre la chiarezza e la semplicità che hai avuto fin’ora! ciao carissima! peccato che io sia vecchia, e che non possa più rimediare agli errori che anch’io ho fatto con i miei figlioli…(non so se li conosci…), ma se potessi tornare indietro, cercherei di provare a mettere in pratica qualche tuo suggerimento!Ciao ancora!

    • HAMZI
      Pubblicato 18 Dicembre 2011 23:49 0Likes

      cara Gabriella .
      E’NOTEVOLE CHE LEI HA UN PENSIERO CRITICO , VA BENISSIMO , UTILE , AIUTA L’AUTORE A RIFLETTERE E A MIGLIORARE IL SUO PRODOTTO , IN QUESTO CASO L’ARTICOLO . MA IO NON CREDO CHE SI DEBBA ESSERE IN QUESTO MODO ! POI , USARE NELLA SCRITTURA UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO E’ IL MASSIMO DELLA PROFESSIONALITA’ , UN LINGUAGGIO ALL’ALTEZZA DI TUTTI I LETTORI .
      SEMPLIFICARE LE COSE E RENDERLI PIU CHIARI E’ UN LAVORO CHE CHIEDA ESPERIENZA PROFESSIONALE E INTELLIGENZA SOCIALE .

  • Serena
    Pubblicato 18 Dicembre 2011 23:41 0Likes

    Cara mamma,ti ringrazio per i tuoi commenti sempre molto intelligenti!
    Certo, dall’articolo può sembrare che si richiede ai genitori di essere perfetti e di non sbagliare mai! Ma non è assolutamente cosi!
    Proverò a spiegarlo meglio una prossima volta, approfondendo anche gli aspetti che mi hai suggerito tu!
    Grazie ancora! 🙂

  • Laura
    Pubblicato 9 Gennaio 2012 22:02 0Likes

    articolo molto interessante! personalmente condivido particolarmente che l’obiettivo principale del genitore dovrebbe comunque essere l’aiutare il figlio a raggiungere la maggiore autonomia possibile nel fare i compiti ho sempre trovato esagerato che genitori di ragazzi più che adolescenti si reputino “indispensabili” nell’aiutare i figli a fare i compiti.. qualora questo non fosse possibile per evidenti e difficilmente superabili difficoltà, vedrei opportuno chiedere un supporto esterno (aiuto compiti, dopo scuola) per non esasperare la relazione!

  • fra
    Pubblicato 9 Aprile 2013 11:35 0Likes

    E come dovrebbe comportarsi un genitore se il proprio figlio svolge autonomamente ( per la sua età) i propri compiti a casa, ma assolutamente rifiuta di completarli in ambito scolastico? Mi sembra di seguire tutte le direttive del suo articolo a casa, e infatti non trovo particolari problemi, ma puntualmente mia figlia non completa i compiti in classe. Come fare per farle capire che come li svolge a casa li deve svolgere anche a scuola?

  • serena
    Pubblicato 10 Aprile 2013 20:10 0Likes

    Gentilissima Fra,
    la ringrazio per il commento.
    Per capire come aiutare sua figlia a convincersi a fare i compiti a scuola occorrerebbe capire la motivazione alla base di tale comportamento e ciò che accade in classe soprattutto nella relazione insegnante-bambina. Per fare ciò, oltre che provare a parlare con delicatezza con sua figlia, sarebbe opportuno un dialogo proficuo con le insegnanti. Nonostante possa essere a volte difficile, occorre trasmettere alla bambina fiducia nelle insegnanti. Queste sono indicazioni di ordine generale, ma se avesse bisogno di un confronto più specifico non esiti a contattarmi via email (serenacosta.it@gmail.com)

  • Giuseppe
    Pubblicato 28 Ottobre 2015 09:39 0Likes

    Buongiorno,
    ho cercato per caso oggi informazioni su come aiutare i figli a “fare i compiti” proprio dopo una “arrabbiatura” presa ieri sera dopo che il mio piccolo ha portato il primo 6- ( come odio i voti…. ).
    Premetto che ci sta dando soddisfazioni già in queste prime settimane di prima elementare, va volentieri a scuola e sta imparando davvero tante cose “nuove”. Quindi le apsettative per adesso sembrano pienamente soddisfatte e lui appare relamente sereno e fiducioso.
    Tra l’altro sabato scorso ho sperimentato le mie “capacità” come insegnante con esito positivo perchè abbiamo fatto tanto insieme e ci siamo sentiti uniti in questo cammino fondamentale dell’imparare.
    Ma mi è bastato vedere un primo 6- sulla prima verifica di matematica, e complice una gioranta storta al lavoro, non ho avuto quella lucidità e quella pazienza che qualchce giorno prima mi ha fatto raggiungere risultati importanti.
    Mia moglie mi ha rassicurato sul fatto che ho fatto bene a dare un messaggio forte in modo che lui possa capire l’importanza dell’imparare, ma in fondo penso che ho esagerato e che non meritava tanto rigore ( per inciso una sgridata e a letto subito dopo cena ). Qusto anche perchè abbiamo visto dopo tutti gli esercizi che aveva fatto ed in effetti era stato bravo in tutti dimostrando di avere compreso le logiche che stavano dietro i compiti.
    Non è facile riuscire sempre a trovare le “chiavi giuste” nell’accompagnarli nella crescita, anche perchè un giorno non è mai uguale all’altro e non esiste una ricetta che vada bene sempre.
    Saluti e grazie per gli ottimi spunti dati dall’articolo.

    • serena
      Pubblicato 15 Marzo 2017 15:58 0Likes

      Prego Giuseppe, grazie a lei per il commento.

  • Trackback: Compiti delle vacanze: pro o contro? - Connettiti alla psicologia
  • Trackback: Compiti a casa? Mio figlio mi fa disperare!!
  • Michela
    Pubblicato 14 Marzo 2017 10:57 0Likes

    Salve ho un bimbo in prima elementare lento nello svolgere i compiti e spesso distratto fa tanti errori! In classe non termina mai i compiti e le maestre gli mettono molte note. Abbiamo richiesto già due colloqui con le maestre ma non ci sanno consigliare. Anzi la maestra di matematica che ripete sempre ” È un bimbo molto intelligente ma è distratto” ultimamente se ne è uscita dicendo che le ha provate tutte e non gli è mai capitato un bimbo così! A casa ormai è difficile anche per me essere tranquilla! Un compagno all’uscita di scuola ha detto a sua madre che aveva preso la nota ma poco male tanto Francesco le prende tutti i giorni! Mio figlio mi ha guardato io non ho saputo dire nulla!

    • serena
      Pubblicato 15 Marzo 2017 16:01 0Likes

      Gentile Michela,
      credo le possa essere utile rivolgersi ad uno psicologo privato per fare una valutazione e richiedere quindi successivamente un incontro con le insegnanti mediato dal professionista. Questo clima in prima elementare non è certo quello di cui ha bisogno suo figlio.
      Se ha bisogno sono a disposizione.
      Saluti

  • Mariangela
    Pubblicato 19 Maggio 2018 12:49 0Likes

    Io sono un’aiutante di un ragazzo ormai di 12 anni che è in fondo è buono ma con poca pazienza poca volontà e molto disagio nel fare i compiti. Il tutto è condito da lezioni in classe dove mi dice che i professori urlano e sono poco pazienti alle distrazioni dei bambini di quell’ età . Come faccio a trascorrere due ore con lui a studiare in serenità quando ha così poca considerazione della scuola?

    • serena
      Pubblicato 21 Maggio 2018 13:09 0Likes

      Buongiorno Mariangela, immagino che non sia semplice ma lei può fare molto puntando sulla qualità della vostra relazione. Deve mostrarsi innanzitutto comprensiva rispetto alla fatica del ragazzo e cercare di trasformare il momento di studio in un’attività che, sebbene non particolarmente attraente, può diventare gratificante grazie alle strategie che metterà in campo. Se ha bisogno di un consulto più specifico non esiti a contattarmi. Saluti

  • Nataly
    Pubblicato 30 Maggio 2021 20:24 0Likes

    Molto interessanti i suoi articoli. Io ho un bambino di 9 anni con disturbi dell’ apprendimento . Tra me e lui ormai è guerra per fare i compiti, richiede la mia vicinanza ma poi rifiuta i miei suggerimenti e non vuole che io lo corregga nell’ esecuzione dei compiti. Io non lo capisco più, non so come posso aiutarlo è il 4 figlio e mi sta mandando in crisi totale, è uno scontro continuo su tutto, risponde sempre ” un attimo, dopo lo faccio” e se gli do una punizione ottengo solo un’ennesimo scontro.

    • serena
      Pubblicato 31 Maggio 2021 08:40 0Likes

      Grazie Nataly. La prima riflessione che mi viene in mente è che probabilmente è necessario cambiare strategia con suo figlio. Se ha piacere di un confronto su come farlo, ovviamente sono a disposizione.

      • Angela
        Pubblicato 10 Marzo 2023 10:37 0Likes

        Salve, la mia bambina ha 6 anni , lei a scuola non riesce mai a finire gli eserci che svolgono in classe, e nel mentre deve svolfere i compiti a casa è sempre un problema, perché lei per paura che la possa sgridare dice sempre c’è la farò, comunque le sue insegnanti mi anno fatto prenotare una visita alla neuro psichiatria infatile per capiene meglio il disagio della bambina.

        • serena
          Pubblicato 21 Marzo 2023 10:12 0Likes

          Buongiorno Angela, segua il consiglio delle insegnanti. Sicuramente avrà consigli adeguati. Saluti

  • Mari
    Pubblicato 12 Gennaio 2022 10:40 0Likes

    Io faccio tutto al contrario 😥 ormai si è innescato un meccanismo malato non so più come uscirne. D’istinto ti viene di intervenire e sgridare il bambino, ti senti non ascoltata .

    • serena
      Pubblicato 12 Gennaio 2022 12:04 0Likes

      Gentile Mari,
      ho appena approvato il suo commento all’articolo “Compiti a casa: il genitore guida” sul sito Connettiti alla Psicologia.
      Assolutamente d’accordo con lei, quando i figli non ci ascoltano ci sentiamo molto frustrati e l’istinto di reagire con rabbia è molto forte.
      Ha trovato qualche indicazione generica nell’articolo che ha provato ad applicare durante il momento dei compiti?
      Se ha piacere di approfondire meglio questa dinamica e trovare il modo di migliorare la situazione, rimango a disposizione per una consulenza anche a distanza.

      Cordiali saluti

  • Ylenia
    Pubblicato 31 Gennaio 2023 14:53 0Likes

    Tutto molto giusto, poi ti ritrovi con una scuola che va a mille allora e non tollera ritardi, compiti da seconda media proposti a bambini di quinta elementare, che quando fai presente che con una tale mole anche togliendo al bambino ogni momento di svago ed ogni sport e attività non ha comunque il tempo di farsi magari un riassunto per imparare a studiare… e ti senti dire che alle medie se non sono abituati a questi ritmi fioccano i 3… e quindi bisogna arrangiarsi, ma la società dimentica che i genitori non sono insegnanti e secondo me non dovrebbero proprio entrare nel merito dei compiti dei figli a meno che non ci siano effettive difficoltà di apprendimento

    • serena
      Pubblicato 31 Gennaio 2023 14:58 0Likes

      Certo, ha ragione. Anche la scuola ha la sua parte di responsabilità.

  • Delusa
    Pubblicato 8 Febbraio 2023 23:03 0Likes

    Chiacchiere chiacchiere chiacchiere, ai tempi miei i genitori non avevano la minima idea dei compiti che avevamo da svolgere, ne tanto meno ci rivolgevamo a loro per svolgerli. Sono laureata e non ho mai fatto penare gnessuno per diploma e laurea tranne me stessa. Trovo che i figli siano a “fortuna ” diciamo, ci sono quelli che si nutrono di libri e scuola e figli che non sono minimamente interessati alla scuola e per fare i compiti ti devono ridurre ad una larva.

    • serena
      Pubblicato 21 Marzo 2023 10:13 0Likes

      Grazie per aver espresso il suo punto di vista

Lascia un commento

Il commento sarà verificato prima di essere pubblicato sul sito. Importante, inserire solo il nome ed evitare dati sensibili.