Whatsapp è un servizio di messaggistica che consente a tutti gli utenti che utilizzano il servizio di scambiarsi messaggi, foto, video, ecc, in maniera facile e istantanea. Basta, infatti, avere un numero di cellulare con la connessione Internet ed è possibile scaricare l’applicazione sul proprio telefono e partecipare ad una conversazione di gruppo. Per vedere il materiale scambiato dagli utenti occorre essere invitati da chi crea il gruppo.
In poche parole si tratta di un’opportunità meravigliosa per comunicare con più persone contemporaneamente.
Attenzione, però, perché nello stesso tempo può trasformarsi nello strumento ideale per escludere qualcuno e per isolarlo intenzionalmente. Per esempio, un gruppo di compagni di una classe possono tenersi in contatto anche tramite whatsapp e utilizzare questo contesto per prendere in giro più o meno pesantemente un altro compagno non invitato di proposito nel gruppo virtuale. Pensate a quello che può accadere poi la giornata successiva nel contesto delle relazioni reali. Se questo poi accade per più volte nei confronti di uno stesso ragazzo o ragazza, si rientra a pieno titolo in una situazione di cyberbullismo.
Se siete un genitore di un adolescente o pre-adolescente che utilizza whatsapp tenete alta la guardia! Controllate i contenuti dei messaggi che si scambiano i vostri figli perché nei casi di cyber-bullismo è importantissimo intervenire. Non è sufficiente togliere il proprio figlio dal gruppo ma è fondamentale denunciare situazioni pesanti sia per proteggere la vittima, sia per non essere passibili di “omissione di soccorso”. Il primo passaggio può essere parlare con gli insegnanti di ciò che accade tra gli alunni, l’ultimo può essere rivolgersi alla polizia postale per denunciare il fatto.
Manca molta informazione su questo campo e i genitori sono spesso impreparati ad affrontare situazioni simili. Se avete qualche dubbio sulla correttezza di quello che sta accadendo ai vostri figli in merito alle nuove tecnologie, non esitate a chiedere consiglio a professionisti del settore.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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