Vi è mai capitato di dover stare vicino a vostro figlio per più di 20 minuti prima che si addormenti, di vederlo in continua tensione incapace di rilassarsi per abbandonarsi al sonno, di sentirvi richiedere di ripetere un rituale più volte, di sentirvi in ostaggio perché minacciati da un pianto disperato ad un accenno di allontanamento dal letto?

Perché addormentarsi è difficile

Se si, è probabile che vostro figlio viva il momento dell’addormentamento con molta ansia e preoccupazione. Vi potete accorgere di tale disagio anche perché, solitamente, questo tema viene riproposto spesso durante il gioco ed è elevato l’interesse nei confronti di quanto, come e dove dormono gli altri, siano essi adulti, animaletti o bambolotti.

Se nel primissimo anno di vita un bambino non è consapevole della propria difficoltà ad addormentarsi, principalmente legata ad un mancato sviluppo delle capacità di autoregolazione, a partire dall’anno e mezzo circa la capacità di addormentarsi da soli si riempie di significati sempre più psicologici legati al tema del distacco.

Addormentarsi significa abbandonare tutto ciò che si ha avuto durante il giorno con il rischio di non ritrovarlo più il giorno seguente. La difficoltà di abbandonarsi al sonno a 2 o a 4 anni, quindi, è legata principalmente alla paura di distaccarsi dalla figura di riferimento che solitamente è la mamma.

Come fare ad aiutare un bambino che si trova intrappolato in quest’ansia?

Come aiutare vostro figlio ad addormentarsi con serenità

Per prima cosa occorre comprendere la fatica di vostro figlio. Separarsi da una figura affettiva così importante come lo è una mamma è davvero un’impresa coraggiosa!

In linea con questo aspetto, diventa importante assicurare durante il giorno dei momenti di vicinanza affettiva in cui il bambino faccia “un pieno di presenza”. Può essere un momento totalmente dedicato al bambino per giocare, oppure momenti di condivisione di qualche attività che possono essere anche le faccende di casa.

Come terzo elemento è importante rassicurarlo sul fatto che quando si sveglierà ritroverà tutto quello che lascia quando va a dormire.

A questo proposito è utile abituare il bambino ad augurare la buona notte a tutto ciò con cui ha trascorso la giornata (bambole, giochi, persone…) sottolineando che ci si rivedrà il giorno successivo. In questo modo non è più il bambino ad essere in balia della volontà altrui ma è lui stesso a congedarsi attivamente.

Un altro intervento utile può essere mettere sul comodino vicino al letto un oggetto importante per la mamma senza il quale non è possibile allontanarsi. Per esempio può essere la chiave della porta d’entrata dopo aver mostrato di aver chiuso la porta, spiegando che in quel modo la mamma non esce più da quel momento in poi.

Un ulteriore intervento importante è incoraggiare il bambino sottolineando le innumerevoli capacità che sta acquisendo con la crescita. Sottolineate, quindi, spesso che vostro figlio sta diventando grande e durante il giorno riesce a fare da solo un sacco di cose. Questo lo aiuterà a trovare la fiducia in se stesso nel momento in cui dovrà abbandonarsi al sonno.

Ricordo, inoltre, un altro aspetto molto importante: abituatevi a riflettere sul vostro atteggiamento. Quando accompagnate vostro figlio a dormire, il vostro comportamento, le vostre parole e gli aspetti non verbali della comunicazione (tono di voce, sguardo, posizione del corpo…) incoraggiano l’autonomia o trasmettono ansia?

Qual è la vostra esperienza in merito? Raccontateci come siete riusciti ad addormentare i vostri bambini. Sarà esperienza preziosa per altri genitori e anche per me!

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

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