Si parla molto di ansia infantile e devo ammettere che anch’io ho incontrato diversi bambini ansiosi nel mio percorso lavorativo. Colgo, quindi, l’occasione per scrivere questo articolo per due motivi: voglio spiegare in cosa consiste l’ansia infantile e mettere in evidenza quando può essere il caso di rivolgersi ad un professionista.
L’ansia infantile: che cos’è
L’ansia infantile è un’emozione che i bambini sperimentano insieme ad uno stato fisiologico di attivazione e a dei pensieri specifici.
Reazioni fisiologiche
Partiamo dalla questione fisiologica. In pratica quando un bambino sperimenta ansia, il suo corpo ha delle reazioni ben specifiche: il cuore inizia a battere più velocemente, la respirazione aumenta di frequenza, il tono muscolare aumenta, le mani iniziano a sudare, si può avvertire mal di pancia, avere una sensazione di svenimento, ecc. Tutto questo serve per attivare l’organismo ad affrontare una certa situazione.
I pensieri
Secondo la psicologia cognitiva, queste reazioni fisiologiche non partono dal nulla ma solitamente vengono attivate da pensieri su situazioni che vengono percepite come minacciose dal bambino. Per esempio se una bambina pensa di non essere intelligente e capace in matematica, potrebbe vivere con ansia le lezioni di quella materia, e persino vivere con ansia le sere prima. Oppure se un bambino pensa che lui sbaglia sempre e che è terribile sbagliare, potrebbe vivere con molta ansia l’idea di fare qualche errore.
Il problema dei pensieri ansiosi è che spesso non corrispondono alla realtà e finiscono per distorcerla, aggravando a loro volta, il livello di ansia percepito.
Stato psicologico
Il bambino che sperimenta ansia vive a livello psicologico uno stato di preoccupazione nei confronti del futuro ma anche di se stesso e delle proprie capacità. Si tratta di uno stato di allerta che, a differenza della paura, tende ad essere generico, rendendo più difficile per il bambino individuare la causa dell’ansia.
Ansia infantile: quando preoccuparsi
L’ansia di per sé non è qualcosa di negativo per un individuo perché permette di attivare l’organismo ad affrontare una certa situazione. Il problema si riscontra quando quest’ansia è troppo elevata, frequente e generalizzata, tanto da interferire nella qualità della vita del bambino stesso.
I bambini con un livello di ansia infantile importante, mostrano un funzionamento del pensiero piuttosto caratteristico, infatti:
- si concentrano prevalentemente sugli stimoli minacciosi, sui pericoli reali ma soprattutto immaginari, finendo per interpretare sempre la realtà come qualcosa di pericoloso
- tendono a catastrofizzare gli eventi negativi o a generalizzarli
- non amano l’incertezza e l’ambiguità
- faticano a orientare il pensiero verso una soluzione concreta del problema perché non riescono nemmeno a focalizzare bene qual è il problema che crea loro ansia
- sono costantemente preoccupati per il futuro e le conseguenze negative di una certa situazione
- temono di non essere all’altezza delle situazioni e si convincono di non avere le capacità adeguate
- evitano ciò che crea in loro ansia, finendo per amplificarla ancora di più
Se riscontri queste caratteristiche in tuo figlio, un confronto più specifico con uno psicologo dell’infanzia potrebbe aiutarti a capire come aiutarlo a gestire al meglio la sua ansia.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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