La paura è una delle emozioni più arcaiche che si attiva quando avvertiamo una sensazione di pericolo, reale o immaginario che sia. In quest’ultimo periodo, purtroppo, a causa del terrorismo, questa emozione è tornata a farsi sentire molto più forte che nel recente passato. Puoi trovare altri articoli sul tema se segui il link.
Secondo voi quanti modi ci sono per esprimere questo stato d’animo? Come accade alla gioia o alla tristezza, ce ne sono tanti. In questo articolo vi voglio citare 12 parole che riconducono a questa emozione antica.
La diversa intensità della paura
“Ho paura” è la frase più tipica che si dice per comunicare questa emozione. Ma come accade per le altre emozioni ci sono altre parole che permettono di comprendere qual è il livello che si sta provando in quel determinato momento.
Grado inferiore di intensità
Le parole che esprimono paura ad un grado basso di intensità sono: “preoccupato”, “agitato”, “irrequieto”.
Grado medio di intensità
Le parole che esprimono un grado intermedio di paura sono “impaurito”, “intimorito”,”spaventato”.
Grado elevato di intensità
Per esprimere il livello più alto di intensità ci sono invece più espressioni: “terrorizzato“, “impietrito”, “sconvolto”.
Paura conosciuta
Nella maggior parte dei casi riusciamo a individuare ciò che scatena in noi la paura. Per esempio non ci è difficile immaginare che il terrorismo oppure un orso oppure un ladro possano scatenare in noi questa emozione. Ci sono situazioni anche meno concrete che possono scatenare preoccupazione come per esempio il rischio di perdere lavoro oppure il rifiuto di una persona cara. In tutti questi casi si specifica il motivo che l’ha determinata. Per esempio: “ho paura dei ladri”, “sono preoccupato per l’esame”, “mi terrorizza l’idea di perdere l’amore della mia mamma”. Quando il timore di qualcosa arriva a livelli molto intensi tanto da condizionare la qualità di vita di chi ne soffre, si parla di fobia, termine utilizzato in ambito patologico.
Può accadere invece che non riusciamo ad individuare ciò che scatena in noi la reazione della paura, nelle sue diverse intensità.
Paura sconosciuta
Nei casi in cui non si riesce a individuare la causa della paura e si avverte solo l’attivazione fisiologica associata (battito del cuore sempre più veloce, respiro affannoso, pressione alta, sudore, pupille dilatate), le parole più adeguate sono “ansia” o addirittura “panico”. La prima quando è caratterizzata da un livello di attivazione moderato è utile all’individuo per attivarsi, mentre quando raggiunge livelli molto intensi può sfociare nel patologico. La seconda parola, invece, è caratterizzata di per sé da un livello molto elevato di attivazione che solitamente avviene improvvisamente e che fa stare molto male chi ne viene colpito. L’attacco di panico solitamente viene seguito dal timore di averne un altro e per questo viene anche definito “paura della paura”. A questo punto siamo però sconfinati nella patologia.
Quante di queste parole usate come genitori? E i vostri bambini quali usano?
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
Se ti è piaciuto l’articolo clicca “mi piace” sulla pagina e condividi l’articolo con i tuoi amici. Se vuoi essere aggiornato sui prossimi articoli e sulle prossime iniziative, iscriviti alla Newsletter (box in fondo se leggi dal cellulare, oppure in alto a destra da computer). Potrai anche scaricare tanti Ebook gratuiti su vari temi legati al mondo dei bambini! Continua a seguirmi sul mio sito ma anche su Facebook dove puoi trovare la mia pagina facebook di Connettiti alla psicologia e il nuovo gruppo “Essere genitori oggi: riflessioni e approfondimenti”.
5 Commento
Raffaella
Gentile d.ssa, ho un figlio di 12 anni (il maggiore, ne ho un altro di 8 anni) che ha paura del buio, non va in bagno da solo o non si sposta dalla terrazza alla cucina. Il problema persiste anche durante la giornata, quindi alla luce del sole. E’ cambiato, mi sembra anche si senta a disagio quando è in gruppo con altri ragazzini, che sia a scuola o al calcio … e così quando poi trova la confidenza, per esempio a tavola con noi genitori e i nonni fa di tutto per farsi notare tenendo atteggiamenti fuori luogo e cercando di mettersi alla pari di noi adulti. Gli ho preso anche un cagnolino per dargli un po’ di coraggio ma nulla è cambiato…. certo mi dico che è la crescita, la pre-adolescenza, però risponde molto male e non riesce a capire che deve portare rispetto agli adulti… ci mette al suo pari!
Non vorrei dilungarmi troppo, grazie mille Raffaella
serena
Gentile Raffaella, certo, può essere che la fase della pre-adolescenza stia mettendo un po’ in subbuglio suo figlio. Però in effetti potrebbero essere anche altre cose. Se ha piacere sono a disposizione per una consulenza, nel caso in cui voglia capire meglio come gestire questi comportamenti e paure. Eventualmente mi scriva a serenacosta.it@gmail.com. Saluti
Deny
Stiamo vivendo tutti un momento di solastalgia che compromette in generale il proseguo naturale della quotidianità.