L’anno scolastico è iniziato e, quindi, si dà inizio al periodo dei compiti per casa. Sull’argomento ho già scritto vari articoli (per esempio “Compiti a casa? Mio figlio mi fa disperare!!” e “Compiti a casa: il genitore guida“) e oggi ne voglio scrivere un altro per rispondere alla domanda: “I compiti a casa servono all’apprendimento?”. La risposta a questa domanda non è frutto di un mio pensiero personale ma si tratta del pensiero di Gianluca Campana, professore dell’Università di Padova, che si è occupato proprio in maniera specifica dell’efficacia dei compiti a casa sugli apprendimenti. Ho ascoltato il professor Campana in una puntata dei video Facebook della Dott.ssa Lucangeli “I mercoledì dell’aiuto” che seguo sempre con grande interesse.

I compiti per casa servono all’apprendimento?

Bene, per rispondere a questa domanda il professor Campana ha riportato i dati di una metaanalisi sull’argomento, cioè una ricerca che ha analizzato a sua volta un grandissimo numero di ricerche già svolte sull’argomento. La risposta è: l’efficacia dei compiti per casa sugli apprendimenti degli studenti dipende dal grado di scuola! Nello specifico i compiti per casa non sono efficaci nella scuola primaria quando il bambino è ancora piccolo e dipendente dall’insegnante, mentre iniziano a diventare efficaci con la scuola secondaria, cioè dalla scuola media in poi.

Fare esercitazioni con la guida dell’insegnante è, invece, molto efficace nella scuola primaria e, quindi, le ricerche sembrano suggerire ai maestri di pensare esercitazioni per consolidare gli apprendimenti in classe e di anullare o limitare al minimo gli esercizi da svolgere a casa.

Inoltre, il professore aggiunge che nella scuola primaria i compiti per casa oltre ad essere poco efficaci, tendono ad aumentare il divario negli apprendimenti tra bambini di classi sociali diverse; i bambini con famiglie che possono aiutare i figli nei compiti ne risulterebbero favoriti mentre coloro che non possono beneficiare di questo aiuto ne risulterebbero svantaggiati.

Nella scuola secondaria di primo grado diventa, invece, molto importante assegnare una giusta quantità di compiti perché in questo caso sono efficaci per gli apprendimenti. L’importante è che non siano troppi perché altrimenti si ha l’effetto opposto, diventano cioè inefficaci oltre che controproducenti per la motivazione dello studente.

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

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