Un uso corretto e patologico di Internet è questione di fondamentale importanza al giorno d’oggi. Negli ultimi anni il ricorso alla Rete è diventato infatti prassi quotidiana in ogni famiglia. La maggior parte delle attività che siamo soliti fare nella vita di tutti i giorni possono essere svolte anche in Internet. Nel web si compra, si gioca, ci si informa, si ricerca un aiuto, si studia, si lavora e si instaurano relazioni.
Tutto questo rientra nella “normalità” di una società sempre più tecnologica nel momento in cui le attività online sopra descritte sono funzionali alla propria realtà. Siamo nell’ambito della patologia quando, invece, si sviluppa una dipendenza per queste attività che vanno a sostituire la propria vita reale.
I giovani di oggi sempre più precocemente hanno a che fare con il mondo virtuale e per questo occorre essere genitori attenti ed equilibrati nell’affrontare questo argomento con loro (leggi anche: “Genitori e nuove tecnologie: quale atteggiamento con i vostri figli?“).
Uso corretto e patologico di Internet: esempi
Ora faccio qualche esempio.
Chi fa acquisti online e lo fa saltuariamente con lo scopo di utlilizzare quello che compra, fa un utilizzo corretto di Internet. Chi, invece, dedica a questa attività molto tempo e prova piacere nel farlo indipendentemente da ciò che compra, è da considerarsi a rischio di dipendenza. Se poi non riesce a fare a meno di questa attività, con forti ripercussioni negative sulla vita famigliare e lavorativa, allora si può parlare di patologia.
I giovani che frequentano spesso i Social Network per incontrare virtualmente i propri amici o per fare nuovi incontri dimostrano di saper utilizzare la rete per soddisfare i propri bisogni di socialità. Lo stesso vale per gli adulti che fanno uso di chat line e consultano forum. Se gli stessi, però, passassero intere giornate o nottate collegati alla rete con forti reazioni rabbiose se l’accesso venisse loro impedito, e trascurassero i loro impegni scolastici o lavorativi e altre relazioni amicali e familiari perché essa viene vissuta come unica attività piacevole, allora si può affermare che si tratta di un uso scorretto di Internet e si può pensare all’esistenza di una dipendenza.
Anche giocare online a giochi di ruolo o a giochi d’azzardo (scommesse, casinò) fa parte di attività possibili e legali nella nostra società. Se, però, la persona perde il controllo sui tempi e le risorse finanziarie impegnate, ha confusione di identità, trova soddisfazione solo in queste attività solitarie e riduce al minimo le relazioni interpersonali, allora si è in presenza di una dipendenza e, quindi, di gioco patologico.
Il sottile confine di demarcazione tra un utilizzo di Internet corretto e patologico sta, quindi, nell’equilibrio tra virtuale e reale. Non è tanto una questione di tempo trascorso online, bensì, come si diceva prima, di collegamento con la vita reale.
Occorre fare una precisazione: la distinzione tra virtuale e reale è puramente fittizia perché di fatto tutto ciò che viene fatto online ha effetti concreti nella vita quotidiana definita reale. Pensate ad esempio a quanto drammaticamente reali possono essere gli effetti del cyberbullismo sulla vita di un ragazzo, o peggio ancora dell’adescamento online.
Uso corretto e patologico di Internet: quando fare attenzione
Vi suggerisco, quindi, di fare attenzione se vi trovate in una o più delle seguenti condizioni:
- state perdendo interesse e state trascurando attività prima piacevoli e attività quotidiane vitali, quali l’alimentazione e il sonno
- state perdendo il senso di un progetto personale che deve avere le sue fondamenta nella realtà più che nella virtualità
- state sviluppando sensazioni di onnipotenza, come vincere le distanze e il tempo, o state cambiando perfino identità e personalità
- il vostro rendimento scolastico o lavorativo sta subendo degli importanti peggioramenti a causa delle attività online prolungate
- le vostre relazioni interpersonali stanno diminuendo sempre di più e stanno peggiorando la loro qualità
- state sviluppano i sintomi dell’astinenza quando non siete collegati (bisogno irrefrenabile di collegarsi, irritabilità, rabbia) e i sintomi di malessere fisico dovuti all’eccessivo tempo trascorso online (disturbi del sonno, trance, pallore, occhi cerchiati, sguardo poco espressivo..)
Se non siete in grado di valutare da soli se state facendo un uso scorretto di Internet, o siete preoccupati per un vostro conoscente o figlio, vi suggerisco di rivolgervi ad uno psicologo. Riuscire a riconoscere una dipendenza derivante dall’uso scorretto di Internet è di fondamentale importanza perché così è possibile avviare un intervento terapeutico che possa riportare voi o le persone a voi care ad una vita reale degna di essere vissuta.
Articolo pubblicato per la prima volta il 22 Novembre 2011 e revisionato il 2 giugno 2018.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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7 Comments
maurizio
Bene: non ho dipendenza. Grazie sorella . Per me se c’è la possibilità di collegarsi …bene e ci sto anche volentieri e attivamente. Altrimenti mi cerco altro e ( esprimendomi come si suol dire terra- terra) dell’ impossibilità di collegamento non me ne può fregar di meno. buona notte.Comunque davvero se hai un pò di fantasia nella ricerca e conosci un pò le lingue di maggior spessore…davvero il web è molto utile.
Serena
Bene! mi fa molto piacere che tu sappia destreggiarti bene tra virtuale e reale! 🙂
Per quanto riguarda il web, spero che molti conoscano l’italiano e che abbiano fantasia per arrivare al mio blog! 🙂 e spero possa essere utile a qualcuno! 🙂
ciao e grazie per il commento!
Franz
Ormai Internet ha preso un ruolo importante nella nostra vita quotidiana, come proprio dici, tanto che ci serve per fare acquisti, comunicare, e tante altre cose.
La parola d’ordine è sicuramente “prevenire”, facendo informazione tra i più giovani e anche tra gli adulti e genitori, in particolare se poco abituati alle attuali tecnologie e che non riescono a cogliere cosa succede nel mondo virtuale.
Ho promosso tempo fa in paese, assieme ad alcuni genitori, un’iniziativa “itinerante” a cura dell’Associazione NOI Trento e che ha coinvolto numerose realtà in provincia, di cui rimando al link seguente:
http://www.vitatrentina.it/temi/famiglia/col_vento_buono
[può essere un esempio dei tanti…]
serena
Ottimo!! si si c’è un grande bisogno di iniziative come queste!
Sebbene molto spesso si pensi il contrario, prevenire è la parola chiave per noi psicologi!
Quindi complimenti!
Grazie per il link!
gabriella
ho letto con interesse quello che hai scritto sul blog.Credo proprio che anche in questo modo si può aiutare la gente a fare delle riflessioni sui propri comportamenti.Se un giorno qualcuno ti contatterà dicendoti di aver provato a mettere in pratica i tuoi suggerimenti e di aver trovato dei benefici o per se stesso o nelle sue relazioni interpersonali sarà il massimo!Avanti dunque con coraggio!
serena
Me lo auguro! 🙂
grazie tante per l’incoraggiamento!!