L’uso dei rinforzi in famiglia rischia di abituare i bambini a ottenere qualcosa in cambio? Si tratta di un dubbio lecito che sento pronunciare da genitori e professionisti. Tuttavia questa preoccupazione non ha senso di esistere se i rinforzi vengono usati nel modo corretto.
I rinforzi
Innanzitutto ti ricordi cosa sono i rinforzi? Brevemente, si tratta di qualcosa che porta ad un incremento del comportamento; al contrario la punizione è qualcosa che porta ad estinguere un comportamento. Trovi un approfondimento nell’articolo “Il rinforzo positivo e negativo: impariamo a riconoscerlo”.
Molti ritengono che i rinforzi siano tecniche comportamentali tipiche dell’addestramento degli animali. I genitori che usano i rinforzi non terrebbero in considerazione l’individualità del destinatario e finirebbero per inibire la motivazione interna del bambino (agisco per me stesso, perché mi piace, perché mi interessa). Secondo questa tesi, il bambino si abituerà a comportarsi in un certo modo solo per ottenere qualcosa in cambio.
In questo discorso c’è del vero, ma anche del falso. Tutto dipende da come vengono usati i rinforzi.
Uso dei rinforzi: quando abituano i bambini ad ottenere qualcosa in cambio
Come anticipavo all’inizio, se i rinforzi vengono usati nel modo sbagliato, per ricattare i bambini e non per aiutarli a fare dei progressi di qualche tipo, a quel punto scatta facilmente la pretesa del rinforzo.
Non è più il genitore ad usare la tecnica del rinforzo con le sue regole, ma è il bambino che richiede il rinforzo per esaudire il desiderio del genitore. Le classiche frasi sono: “se mi compri le figurine, allora faccio i compiti”, oppure “se mi lasci vedere i cartoni, allora mi faccio il bagno”. E’ in pratica la situazione rovesciata. Prima era il genitore che diceva “se fai i compiti ti compro le figurine” oppure “se fai il bagno poi ti faccio vedere i cartoni”.
Ti è mai capitato questo tranello? In questa situazione possiamo dire che i rinforzi (figurine e attività piacevole) sono stati usati scorrettamente perché sono stati usati sotto forma di ricatto. E quindi, il bambino impara che non può fare le cose per se stesso ma per ottenere qualcosa in cambio da mamma e papà.
Uso dei rinforzi: quando aiutano il riaffiorare della motivazione interna
Quando, invece, i rinforzi vengono usati come tecnica comportamentale da usare all’interno di una relazione di fiducia in cui si dà spazio alla lettura dei bisogni, delle emozioni, dei desideri ecc, per riconoscere al bambino l’impegno e lo sforzo che ha impiegato nel raggiungere un obiettivo, la storia cambia. Il bambino non viene trattato alla stregua di un cane ma viene valorizzata la relazione di fiducia tra l’adulto che comprende la difficoltà e guida il bambino verso un obiettivo importante coinvolgendolo in questo processo.
Ritorniamo all’esempio di prima. L’uso del rinforzo figurine potrebbe avere un senso se:
- prima si cerca di comprendere la natura della difficoltà (Vedi anche “Compiti a casa? Mio figlio mi fa disperare!!“)
- qualora il problema sia la mancanza di motivazione, ci si allea empaticamente con il bambino per fargli capire che comprendiamo la sua difficoltà
- nello stesso tempo si chiarisce che è comunque compito suo attivarsi e che il ruolo del genitore è solo di guida (vedi “Compiti a casa: il genitore guida“) e di aiuto
- si concorda con lui un comportamento fattibile per il quale sente di volersi impegnare e sul quale verrà ricompensato con un adesivo e con le figurine dopo un tot di adesivi
- si rinforza il comportamento quando viene messo in atto ma non si dice nulla qualora non sia così (in pratica si rispetta la libertà di scelta del bambino)
- dopo un po’ di tempo si riflette su come è andata.
Per un ulteriore approfondimento sul tema dei rinforzi, ti consiglio di leggere “I rinforzi non funzionano? In quali casi? – Connettiti alla psicologia dei bambini (serenacosta.it)” e “Usare i rinforzi con i figli: consigli ed esempi pratici“.
In conclusione, a questa domanda risponderei con un “dipende”. Non è così in assoluto. L’importante è usarli nel modo corretto e, magari, solo in alcune situazioni molto importanti.
Per esempio io propongo di utilizzare questa tecnica ai genitori di bambini che hanno perso completamente la motivazione su cose importanti (per esempio fare la cacca nel wc oppure fare i compiti). La maggior parte dei genitori mi racconta che inizialmente i bambini si sforzano nel fare dei passi avanti grazie all’utilizzo dei rinforzi ma, dopo un po’, l’esperienza di sentirsi capaci e più motivati, li fa andare avanti da soli, senza rinforzi.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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