In questo articolo parlerò del gioco senso-motorio che, da un punto di vista psicomotorio, costituisce un’evoluzione del gioco fusionale visto nel precedente articolo. Si tratta di una modalità particolare di gioco che investe principalmente il movimento in tutte le sue espressioni e potenzialità.

Giocare è un’esperienza tipica dell’infanzia che avviene spontaneamente e che viene ricercata proprio per il puro piacere che da esso ne deriva. Nonostante la naturalezza per cui si presenta, essa riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo psicologico di un bambino.

Il gioco senso-motorio: quando si sviluppa e a quali bisogni risponde

Il gioco senso-motorio è una particolare modalità di gioco che compare verso la fine del primo anno di vita. Esso rappresenta una tappa fondamentale dello sviluppo armonico di un bambino perché contribuisce a formare un Io forte e competente da un punto di vista motorio ma anche psichico. Il bisogno evolutivo fondamentale che il bambino cerca di soddisfare con questi giochi, è quello di percepirsi capace di intervenire efficacemente sul mondo esterno. Questo processo avviene seguendo diverse fasi.

Fase Io-Non Io: distinzione dall’altro

I primi abbozzi del gioco senso-motorio avvengono in sovrapposizione con i giochi fusionali nel loro pieno sviluppo.

Il bambino, una volta sperimentata a sufficienza l’esperienza di esistere attraverso i giochi che ricreano l’unità con la figura genitoriale di riferimento, inizia a trovare piacere nei giochi in cui si sperimenta come un essere diverso dal mondo esterno. In particolare si diverte nei giochi che gli permettono di differenziarsi dalla mamma, dalla quale fino a poco tempo prima dipendeva in tutto e per tutto.

Ad esempio un gioco molto apprezzato è vedere la mamma che scompare dietro le mani o dietro una porta e poi compare sorridente come prima: è il tipico gioco infantile del “Cucù”. Il piacere poi si estenderà agli oggetti che scompaiono e poi ricompaiono sotto una coperta.

E’ proprio grazie alla fondamentale scoperta di essere un essere autonomo diverso da un mondo esterno che c’è e poi sparisce, che il bambino può iniziare ad agire su di Sé e sul mondo. Con il tempo poi capirà che il mondo esterno è indipendente da Sè, cioè che gli oggetti continuano ad esistere anche se non si vedono (costanza dell’oggetto). Non appena avrà le sufficienti abilità motorie troverà piacere nel nascondere gli oggetti da solo.

Fase Io-corpo-competente

Il passaggio dalla separazione psicologica dalla madre alla individuazione di un proprio Sé indipendente e autonomo, avviene anche grazie ad un maggiore sviluppo motorio che permette al bambino di esplorare il mondo. Da questo momento inizia la fase di gioco senso-motorio vera e propria.

Inizialmente l’interesse è centrato nel movimento in sé, e quindi, a tutti quei giochi che implicano l’uso del proprio corpo in tutte le sue potenzialità e che forniscono forti sensazioni di rotture toniche, cioè bruschi cambiamenti di posizione, equilibrio o peso.

Ad esempio è evidente lo stato di piacere che prova un bambino quando la mamma o il papà lo fanno “volare” in aria per poi riprenderlo, oppure lo fanno cadere indietro con la schiena per poi afferrarlo con vigore, oppure ancora lo fanno girare velocemente, o fanno finta di mangiargli una parte del corpo. Sono tutte stimolazioni sensoriali che procurano enorme piacere nel bambino piccolo. Quando è abile dal punto di vista motorio si avventura su e giù dalle scale o salta sul letto facendo preoccupare il genitore oppure corre di qua o di là per la stanza, oppure si rotola e si arrampica ovunque, insomma trova estremamente emozionante utilizzare il proprio corpo in tutte le sue potenzialità.

Fase Io-corpo-agente

La gamma di stimolazioni senso-motorie via via si amplifica e l’interesse si rivolge anche agli effetti del movimento e, quindi, su quei giochi senso-motori che permettono di dimostrare la capacità del corpo di produrre delle azioni sull’ambiente esterno.

I giochi senso-motori che divertono molto un bambino di 1 o 2 anni, sono ad esempio, gattonare per la stanza alla ricerca di oggetti interessanti da esplorare, lanciare o infilare un oggetto in un’apertura, rovesciare le scatole con dentro i giochi o far cadere gli oggetti per terra per sentirne il rumore, travasare la sabbia o l’acqua da un contenitore all’altro e sentire con la pelle l’effetto percettivo che hanno.

Le azioni tipiche del gioco senso-motorio sono, quindi, il disequilibrio provocato da simulazioni di cadute, accelerazioni tonico-posturali, pressioni varie, sollevamenti, trascinamenti, apparire, scomparire, saltare, cadere, tuffarsi, girare, arrampicarsi, scivolare, scalare, trascinare, alzare, schiacciare, riempire, vuotare, coprire, scoprire, tirare, portare, lanciare, cercare, chiudere, aprire, ecc.

Il gioco senso-motorio dopo i 2 anni di vita

I giochi di tipo senso-motorio continuano a rivestire grande importanza anche negli anni successivi. Questo tipo di giochi continuano ad essere apprezzati dai bambini anche in fasi successive, come ad esempio, durante il periodo della scuola materna. Il bambino continua, infatti,  ad avere bisogno di sperimentarsi come competente e forte e, non a caso, spesso, essi richiedono l’attenzione degli adulti e vogliono essere guardati quando sono impegnati nei loro giochi senso-motori per sentirsi dire “ma che bravo!”. Negli anni successivi, però, essi si affiancano ad altri tipi di giochi che vanno a rispondere ad altri bisogni evolutivi. Ad esempio, con i 2 anni compare il pensiero simbolico che porterà alla comparsa dei giochi di tipo simbolico.

I giochi senso-motori, quindi, non scompariranno, anzi continueranno a rivestire una grande importanza per i bambini ma saranno associati ad altri tipi di gioco.

Conclusioni

I giochi di tipo senso-motorio rappresentano un’importantissima fase evolutiva di un bambino. Essi contribuiscono in particolare alla definizione di un Sé corporeo e psichico forte e competente.

Il genitore può partecipare attivamente al processo di crescita del proprio bambino offrendogli la possibilità di sperimentare queste nuove attività piacevoli, pensando ad esempio, uno spazio di casa sicuro in cui non vi siano eccessivi pericoli. Spesso, i genitori tendono a bloccare queste attività esplorative perché è forte l’ansia che possano farsi male; sebbene sia fondamentale vigilare rispetto a questo, è  importante non trasmettere loro la propria ansia affinché non vivano con malessere una parte fondamentale della loro crescita.

Il genitore, inoltre, attraverso un’osservazione attenta, può riuscire a individuare dei “campanelli di allarme” nel momento in cui questo tipo di giochi non vengono ricercati dal bambino o si presentino in modo “strano”. La collaborazione con esperti nello sviluppo infantile si può rivelare estremamente utile in alcuni casi specifici.

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

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1 Commento

  • gabriella
    Pubblicato 25 Marzo 2012 13:43 0Likes

    mi piace molto anche questo articolo;per quanto mi ricordo, un gioco che a me piaceva fare a tutti i bambini, senza conoscere l’importanza dal punto di vista psicologico, è stato il far girare in braccio i piccoli e tenerli stretti stretti..forse qualche piacevole sensazione l’avrò lasciata….ciao stammi bene!

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