I momenti di attesa sono frequenti nella vita di un bambino. Pensiamo a quando ci sono delle visite mediche oppure quando si deve attendere un mezzo di trasporto oppure ancora l’attesa del pranzo al ristorante. I momenti di attesa per i bambini possono risultare piuttosto antipatici perché per natura i bambini sono improntati al fare e oggi sono anche sempre meno allenati a tollerare la noia.
I bambini e i momenti di attesa: cosa evitare
Quei momenti di apparente “vuoto” in cui i genitori chiedono di stare seduti e fermi finiscono per diventare momenti molto stressanti per tutti. E quello che mi capita di osservare spesso è che la risposta del genitore è dare il cellulare in mano al figlio. Ma siamo sicuri che questa è l’unica soluzione? Sì, forse è la più semplice perché in effetti i videogiochi o qualsiasi cosa ricercata nel Web ha il potere di catturare l’attenzione dei bambini e “tenerli buoni”. Ma occorre prestare attenzione a questa abitudine se non vigliamo insegnare a gestire le emozioni smorzandole attraverso uno strumento tecnologico. Infatti è proprio quello che accade nella testa dei bambini: mi annoio, non so cosa fare, chiedo il cellulare così non sento più niente. Alcuni bambini sono più sensibili di altri a questo meccanismo molto pericoloso. Cosa fare quindi di diverso?
I bambini e i momenti di attesa: cosa fare
Ammetto che alcune volte ho ceduto alla tentazione di dare in mano il cellulare a mia figlia per tenerla tranquilla. L’ho fatto all’inizio, verso l’anno e mezzo, lasciandole guardare delle canzoncine su Youtube (leggi anche “Canzoni per bambini: perché piacciono e perché non tutto è oro ciò che luccica“) durante il momento dell’aereosol che per lei era molto faticoso. Per fortuna però mi sono accorta subito delle conseguenze negative di questa decisione. Lei sembrava rapita dai video e, una volta finito l’ereosol, faceva crisi di rabbia forti perché ne voleva ancora, sempre di più. E così ho deciso di rimediare a questo errore nelle altre occasioni e anche con il mio secondo figlio che, anche lui, tende a ribellarsi durante l’aereosol.
Cosa ho fatto quindi? Semplicemente ho cercato di organizzarmi prima pensando a qualche attività da fare insieme ai bambini o da lasciar fare a loro durante le attese. Faccio qualche esempio.
Con Aurora di 4 anni, durante l’attesa di una visita medica o al ristorante, le lascio portare un’agendina dove lei ama scrivere giocando a fare la dottoressa o la cameriera. Oppure porto con me un libro da leggere (leggi anche “Il piacere di leggere: quando manca, che fare?“) o semplicemente faccio insieme a lei dei giochi orali. Per esempio a turno pensiamo ad un oggetto che vediamo intorno a noi per poi farlo indovinare attraverso delle domande. Oppure giochi linguistici sulle rime e tanto altro ancora.
Con Andrea di 1 anno e qualche mese, quando fa l’aereosol porto sul tavolo degli oggetti che lui ama guardare e inserire in dei contenitori per poi svuotarli, oppure qualcosa di sonoro e molte volte gli canto delle canzoncine facendolo muovere sulle mie gambe (leggi anche “Il gioco senso-motorio nei primi 2 anni di vita“).
Certo che non sempre è semplice e sicuramente il tutto è più impegnativo di lasciare un cellulare in mano al bambino. Però penso che sia una cosa importante da fare per non favorire la dipendenza da questi strumenti tecnologici e per non assopire altre competenze creative ed emotive. Questo ovviamente non significa che sia sempre sconsigliato far giocare i bambini con strumenti tecnologici! Significa semplicemente che non dobbiamo farli usare con troppa leggerezza.
E voi cosa ne pensate?
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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