La giustizia è una questione che riguarda solo i tribunali? Assolutamente no, riguarda anche il mondo della scuola. Sono in molti gli studenti che si sentono trattati ingiustamente dagli insegnanti e non sempre quest’ultimi sono consapevoli della relazione tra il loro comportamento e il senso di giustizia percepito dagli alunni. Voi sapete quanti tipi di giustizia percepita esistono? La rivista Psicologia e Scuola n.51 (maggio-giugno 2017) dedica una pagina a questo tema individuando tre tipi di giustizia percepita dagli studenti: giustizia distributiva, giustizia procedurale e giustizia relazionale. Ora ve li illustro.
Giustizia distributiva
La giustizia distributiva si riferisce alla percezione che gli studenti hanno rispetto all‘equità dei propri voti in relazione a quelli dei compagni. Per esempio se Luca riceve il voto buono alla verifica di storia e si confronta con Marco il quale riceve lo stesso voto nonostante un maggior numero di errori evidenziati, Luca probabilmente si sentirà valutato ingiustamente dal docente; il senso di giustizia distributiva in questo caso viene meno.
Il senso di giustizia distributiva riguarda però non solo i voti, ma anche le risorse assegnate e le sanzioni ricevute. Facciamo qualche esempio anche in questo caso.
Se Luca si accorge che in un lavoro individuale il compagno Andrea riceve più indizi oppure più materiali o materiali più semplici da decifrare, potrebbe pensare che il compagno venga favorito dall’insegnante e lui quindi trattato ingiustamente. Questo potrebbe essere rischioso nei casi in cui ci siano compagni con difficoltà specifiche di cui non se ne parla chiaramente in classe. Gli alunni sviluppano un senso di ingiustizia distributiva se non comprendono il perché di un diverso trattamento.
Nel caso delle sanzioni, un alunno potrebbe sviluppare un senso di ingiustizia distributivo se vede che a fronte di una stessa violazione di una regola, alcuni compagni vengono sanzionati mentre altri no, oppure in maniera diversa.
Se gli studenti non sono in grado di chiedere le dovute spiegazioni all’insegnante per il trattamento avuto e quest’esperienza di ingiustizia si ripete più volte, il rischio è che venga compromessa la relazione tra gli studenti e il senso di efficacia degli stessi. In pratica, la conflittualità in una classe e il basso rendimento di alcuni potrebbe essere collegato alla coerenza nell’assegnazione di voti, risorse o sanzioni da parte del docente.
Giustizia procedurale
La giustizia procedurale riguarda la percezione di correttezza delle procedure utilizzate dagli insegnanti nell’assegnazione dei voti, risorse o sanzioni. In questo caso non vi è un confronto con i compagni ma semplicemente una valutazione dello studente nei confronti dell’operato del docente. Il senso di ingiustizia procedurale avviene in particolare quando l’insegnante non chiarisce con gli studenti i criteri che utilizza nel valutare l’operato degli alunni oppure quando utilizza un’unico voto che comprende tanti criteri difficilmente identificabili.
Per esempio se una maestra o una professoressa si limita a dare un voto unico al tema di italiano, per uno studente è difficile comprendere i suoi punti di forza e di debolezza, mentre sarebbe più semplice per lui se l’insegnante chiarisse in anticipo il modo di valutare separatamente il lessico, la conoscenza delle regole grammaticali, la sintassi e la coerenza del testo. In quest’ultimo caso è più probabile che un alunno non sviluppi un senso di ingiustizia procedurale rispetto al primo caso in cui non riusciva a capire l’origine del voto e poteva farsi influenzare da interpretazioni magari errate.
Il senso di giustizia procedurale influenza direttamente la relazione con l’insegnante, relazione che a sua volta influenza molto il senso di efficacia degli studenti e quindi la performance scolastica. Purtroppo sono in molti i bambini o ragazzi che sviluppano un’antipatia per determinate materie perché non hanno sviluppato un buon rapporto con il docente: pensano ad esempio di non esser loro simpatici, sono convinti che l’insegnante ce l’abbia con loro e quindi si sentono presi di mira ingiustamente.
Giustizia relazionale
La giustizia relazionale fa riferimento al senso di equità nel trattamento interpersonale ricevuto, in parole più semplici si riferisce alla percezione di rispetto e ascolto ricevuto dall’insegnante. Un docente troppo concentrato sulla didattica e poco aperto alla relazione con gli studenti, rischia proprio di far sentire gli alunni inascoltati e poco considerati, sentimenti che alimentano il senso di ingiustizia percepito.
L’atteggiamento relazionale dell’insegnante è fondamentale nel favorire un clima di classe conflittuale e competitivo oppure un clima di classe positivo e cooperativo. Più c’è ascolto e attenzione al mondo emotivo degli alunni, più quest’ultimi si sentiranno a loro agio nella classe, sentimento che anch’esso favorisce una migliore prestazione scolastica.
Insegnanti e senso di giustizia percepito a scuola
Il comportamento e atteggiamento dell’insegnante è determinante nel favorire o meno il benessere e le prestazioni dei propri alunni. I tre tipi di giustizia percepiti dagli studenti potrebbero essere una linea guida per il docente per fare un po’ di riflessione sulla propria modalità di insegnamento. Un suggerimento presente nella rivista è quello di dedicare qualche momento alla discussione in classe per far emergere questi livelli di percezione di giustizia e poter, quindi, intervenire al più presto per ristabilire un senso di giustizia diffuso che alimenti benessere nella classe.
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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