Il sorriso è un’espressione emotiva molto potente che la nostra evoluzione ha deciso di preservare. Vedremo ora perché. Ma partiamo da una domanda: quanto sorridete in un giorno? Ma soprattutto, quanto in presenza dei vostri bambini? Dei vostri alunni? Ci avete mai pensato? Sorridere fa bene, sorridere insieme a qualcuno ancora di più. Ma quando il sorriso compare sul volto di una mamma, un papà, una maestra o un professore, esso diventa preziosissimo per il bambino che lo riceve. I ricercatori che ne hanno studiato la comparsa nei neonati lo definiscono “il miracolo dell’apertura della capacità comunicativa con l’altro”. Ne ha parlato la dott.ssa Lucangeli in un video e l’argomento mi è sembrato talmente interessante e importante a livello educativo che ho voluto scrivere questo articolo.
Il sorriso: quando compare e perché
Il sorriso è uno dei primi meccanismi dell’intelligenza sociale che compare verso i 2 mesi e mezzo di vita. In realtà qualcosa di simile è possibile vederlo anche prima ma in realtà non si tratta veramente di sorrisi. Si tratta di movimenti riflessi che non hanno nessun legame con ciò che sta intorno al bambino. A due mesi e mezzo, invece, quei sorrisi hanno un destinatario: il volto della persona che lo sta guardando, solitamente mamma o papà ma potrebbe essere anche qualche altra persona. Accade proprio questo: il neonato inizia a guardare la madre e poco dopo sorride. Che emozione sanno dare questi primi sorrisi! Sono momenti magici per un genitore perché sono i primi abbozzi di una relazione sociale con il proprio figlio che continuerà poi a evolvere. Però sono momenti magici anche per il bambino che si sente ricambiato dal volto gioioso di mamma o papà. Ciò che veicolano quei sorrisi in modo istantaneo è alleanza e vicinanza emotiva (Leggi anche: “Gioia: 20 parole per esprimere questa emozione”).
Il sorriso: cosa succede con la crescita?
Se è così spontaneo, naturale e magico sorridere ad un neonato, lo è anche dopo quando il bambino cresce? In teoria sì e fortunatamente i motivi per sorridere insieme ai propri bambini sono molti. Ma purtroppo molte volte capita che con la crescita ci si dimentichi di quanto importante continuino ad essere per i bambini. A volte mi è capitato nel lavoro di incontrare mamme che hanno perso la voglia di sorridere ai propri figli perché purtroppo troppo appesantite dalle difficoltà incontrate nelle relazione con loro. E molte volte ho assistito a lezioni a scuola di insegnanti che non hanno spiaccicato nemmeno un sorriso durante la lezione! E questo in particolare alle scuole medie. Sembra che più i bambini diventano grandi, più la relazione si deve fare fredda e povera di sorrisi. Sbagliatissimo! Il sorriso non smette mai di avere il suo potere benefico sull’altro!
Il sorriso è un potente strumento educativo
Proprio nelle situazioni più complicate, quando un bambino è in difficoltà, quando la relazione con i figli o gli alunni si è fatta particolarmente conflittuale e pesante, occorre ripartire dal sorriso. Sì il sorriso, quello strumento comunicativo che l’evoluzione ci ha dato che permette di comunicare alleanza, comprensione immediata e incoraggiamento che permettono di far rifiorire ciò che c’è di buono in quella persona. Provate a pensare ciò che succede a voi stessi. Siete capaci di esprimere del vostro meglio quando qualcuno vi sorride o quando qualcuno vi guarda con un volto corrucciato o vi parla in modo stizzito? Lo stesso accade ai bambini. Se voi con un sorriso fate capire ai bambini che voi ci siete, siete lì con loro per aiutarli e non per criticarli o ferirli, allora è molto più probabile che riescano ad aprire meglio il cuore e la mente. La dott.ssa Lucangeli parla addirittura di “didattica del sorriso” per sottolineare come l’apprendimento e le emozioni non siano slegate tra loro.
Attenzione, non è che ora dobbiate stamparvi il sorriso in faccia e non fare altro che sorridere ai bambini! Occorre anche corrucciare la fronte per mostrare la propria contrarietà, mostrarsi tristi per qualcosa, o altro ancora. Sarebbe importante, tuttavia, chiedersi quanto spazio è riservato ai sorrisi, alla complicità, all’apprezzamento, all’incoraggiamento e quanto invece ai rimproveri, alle arrabbiature, alle ostilità o addirittura all’indifferenza che è la cosa ancora peggiore!
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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