Cos’è lo svezzamento e cosa l’Alimentazione Complementare? Sono due espressioni dello stesso fenomeno o sono due fenomeni diversi? Sono sicura che la maggior parte dei genitori va a colpo sicuro sullo svezzamento mentre l’espressione “alimentazione complementare” penso sia maggiormente sconosciuta. Ad ogni modo, con questo articolo, voglio fare chiarezza sul tema in quanto stiamo parlando dello stesso processo, ma con significati un po’ diversi.

Lo svezzamento

Lo svezzamento è il termine comunemente usato per indicare il momento in cui il bambino passa da un’alimentazione esclusivamente liquida a base di latte, materno o in formula, ad un’alimentazione mista, solida e semiliquida.

Questo processo deve avvenire con gradualità ma non prima dei 4-5 mesi, in quanto il neonato deve aver acquisito la maturità digestiva, la capacità di rimanere seduto e i riflessi legati alla suzione devono aver lasciato il posto a quelli della masticazione.

Per quanto riguarda i tempi e la modalità di svezzare un bambino, storicamente ci sono state delle differenze.

In passato, infatti, si pensava che svezzare un bambino significasse, proprio letteralmente, togliergli un vezzo, in pratica la cattiva abitudine di ciucciare al seno. L’introduzione dei cibi solidi era fatta gradualmente a partire da tabelle ben precise e aveva l’obiettivo di sostituirsi all’alimentazione a base di latte.

Con questa impostazione molti genitori hanno vissuto lo svezzamento con difficoltà, soprattutto nei casi in cui i figli non erano pronti a seguire le tappe prestabilite e si ribellavano alle proposte di cibo. Ma anche molti bambini hanno perso grandi occasioni perché, sebbene interessati al cibo, non venivano accontentati perché non ancora pronti in base alle tabelle.

Fortunatamente, le idee che ciucciare al seno sia un vizio e che lo svezzamento debba seguire tappe precostituite, sono state superate grazie agli studi scientifici nel campo. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) conferma che l’allattamento al seno è salutare per il bambino anche fino ai 3 anni e la proposta di cibi solidi non deve sostituire l’alimentazione liquida, ma semplicemente deve accompagnarla.

Alimentazione Complementare

Ecco, quindi, che ora nell’ambito scientifico si parla di Alimentazione Complementare per indicare quel momento in cui il bambino inizia a cibarsi con alimenti solidi, pur continuando a prevalere l’allattamento. L’OMS conferma che l’allattamento al seno è fondamentale nei primi 6 mesi ma è consigliato anche oltre i due anni.

E’ il bambino che è al centro del processo. Il genitore deve solo osservare il figlio e partire con la proposta di cibi solidi o semisolidi non appena compaiono segnali di interesse per il cibo. Non ci sono cibi vietati o tabelle da seguire, solo l’accortezza di proporre il cibo in modalità sicura per ridurre al minimo il rischio di soffocamento.

In conclusione, svezzamento e alimentazione complementare descrivono più o meno la stessa fase evolutiva, ma con una diversa attenzione ai bisogni del bambino. Riconoscere che al centro del processo c’è il bambino permette di creare le basi di un corretto rapporto con il cibo. Ti consiglio a tal proposito di leggere anche l’articolo “Bambini a tavola: qualche consiglio utile!

E tu, quale approccio hai praticato? Fammelo sapere nei commenti.

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

Se ti è piaciuto l’articolo clicca “mi piace” sulla pagina e condividi l’articolo con i tuoi amici. Se vuoi essere aggiornato sui prossimi articoli e sulle prossime iniziative, iscriviti alla Newsletter (box in fondo se leggi dal cellulare, oppure in alto a destra da computer). Continua a seguirmi sul mio sito ma anche su Facebook e Instagram.

Lascia un commento

Il commento sarà verificato prima di essere pubblicato sul sito. Importante, inserire solo il nome ed evitare dati sensibili.