Fare il toilet training è l’indicazione principale che viene data da pediatri e gastroenterologi in caso di problemi con la cacca. L’abitudine regolare ad andare sul wc in corrispondenza dei pasti principali, infatti, aumenta la probabilità di defecare. Ma se il bambino che soffre di encopresi si intestardisce e non vuole assolutamente sedersi sul wc, come si deve comportare un genitore? Se ti stai facendo questa domanda, questo articolo è per te!

Il toilet training: cos’è

Il toilet training è una pratica educativa che consiste in un “addestramento” all’utilizzo del wc o del vasino. Solitamente viene fatto in occasione dello spannolinamento ma viene proposto anche quando questa fase è stata ormai superata da anni. E’ il caso dei bambini con encopresi che, nonostante l’età (dai 4 anni in su) continuano o iniziano ad avere difficoltà con la cacca.

In questo caso il toilet training consiste nel chiedere al bambino di stare 5-10 minuti in bagno, sul wc o sul vasino, dopo circa una mezz’oretta dopo i pasti (colazione-pranzo-merenda e/o cena). E’ proprio in quel momento, infatti, che aumenta la probabilità dell’espulsione delle feci.

Chi è il bambino con encopresi

Nell’articolo “Problemi con la cacca! Si tratta di Encopresi?” ho spiegato che l’Encopresi (o incontinenza fecale) consiste nella fuoriuscita volontaria o involontaria di feci in luoghi inappropriati, cioè diversi da wc o vasino, in bambini che hanno dai 4 anni in su (DSM V).

La maggior parte dei bambini con encopresi che ho seguito (attraverso consulenze con i soli genitori) mostrano diverse difficoltà nel fare la cacca; per esempio trattengono per diversi giorni per poi sporcarsi frequentemente le mutandine, oppure sono anche regolari ma solo se possono scegliere in autonomia dove liberarsi (pannolino, mutande, sotto il tavolo, dietro al divano). Molti di questi bambini trattengono perché hanno paura di lasciar andare, di sentire dolore o perché hanno un forte bisogno di controllo. In pratica vogliono decidere loro su questo tema e ogni interferenza dei genitori alimenta l’ansia o l’opposizione.

Come fare, quindi, a convincere un bambino che odia o teme di sedersi sul wc a fare il toilet training? Spesso, infatti, i genitori di questi bambini mi riferiscono di dover insistere terribilmente per convincerli a sedersi sul water o sul vasino e questo eccesso di attenzione è uno degli elementi da ridurre il più possibile. Che fare quindi?

Toilet training studiato su misura

Come immaginerete non c’è una risposta valida per tutti perché ogni situazione va analizzata nel dettaglio per capire i fattori di partenza di quella situazione. Però dopo tante consulenze su questo tema, mi sento di affermare con sicurezza che “non sempre il toilet training in caso di encopresi è la cosa migliore da fare, o almeno non è la prima“.

Dato che la prima cosa da fare in caso di encopresi è diminuire le ansie e pressioni genitoriali, l’idea di insistere per far fare il toilet training va assolutamente nella direzione opposta. In un primo momento, quindi, potrebbe essere meglio non farla. Poi, quando la situazione relazionale si è ristabilita, allora si può impostare seguendo un programma di rinforzo studiato su misura del bambino e della sua famiglia. A questo proposito suggerisco di leggere l’articolo “Usare i rinforzi con i figli: consigli ed esempi pratici“.

Cosa ne pensi?

Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

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3 Comments

  • Deborah
    Pubblicato 7 Ottobre 2022 10:45 0Likes

    .. buongiorno, ho letto il vostro articolo e ora proverò a seguire i vostri consigli. Perché ho una bimba di tre anni e mezzo che sembra non sentire lo stimolo di defecare nel vasino e se la perde nelle mutande. Non vorrei che a causa che io e il padre ci siamo separati e lui che quando sta con lei gli rimette il pannolino, anche se è un annetto che non ha più il pannolino, ha di per sé delle confusioni. E si pone pressioni di qualche genere..ma io non so più cosa fare per poterla aiutare.

    • serena
      Pubblicato 7 Ottobre 2022 11:30 0Likes

      Gentile Deborah, immagino quanto può essere difficile non sapere come aiutare una figlia. Senz’altro sarebbe importante un accordo con il padre sulle strategie da adottare. Nel caso non riuscisse a trovarlo, le consiglio di contattarmi così posso aiutarla a individuare i passi utili da compiere. La saluto cordialmente.

  • Trackback: Consigli pratici per il Toilet training - Connettiti alla psicologia dei bambini

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