La rabbia è una delle più temute emozioni basilari che ognuno di noi prova in determinate circostanze, odiata proprio per le conseguenze negative che può portare. Puoi trovare altri articoli sul tema della rabbia nei bambini se segui il link. Secondo voi quanti modi ci sono per esprimere questo stato d’animo? Come accade alla gioia o alla tristezza, ce ne sono tanti. In questo articolo vi voglio citare 14 parole che riconducono a questa emozione antica, ognuna con una sfumatura di significato diversa.
La diversa intensità della rabbia
“Sono arrabbiato” è la frase basilare che si dice per comunicare l’emozione basilare della rabbia ma l’intensità in cui è possibile esprimere tale emozione può variare da situazione a situazione, ma soprattutto dall’interpretazione che ad essa viene data.
Grado inferiore di intensità
Le parole che esprimono rabbia ad un grado basso di intensità sono: “irritato”, “infastidito” o “seccato”.
Grado medio di intensità
L’espressione che esprime meglio un grado medio dell’emozione è “mi sento arrabbiato”.
Grado elevato di intensità
Per esprimere il livello più alto di intensità ci sono invece più espressioni: “furioso“, “in collera“,”in preda all’ira” oppure “esasperato”.
Rabbia collegata ad una situazione specifica
Nella maggior parte dei casi noi siamo consapevoli di cosa ha scatenato la rabbia, solitamente il comportamento di una persona o una concatenazione di eventi che hanno in comune il fatto di essere giudicati ingiusti. Per esempio ci potremmo sentire arrabbiati se una persona ci supera in fila oppure qualche nostro familiare si ammala gravemente. In tutte queste situazioni, quindi, si possono usare le parole citate precedentemente con i diversi gradi di intensità associati alla situazione specifica. Per esempio “sono seccato con te perché mi ha superato” oppure “sono furiosa perché questa malattia è ingiusta!”
Rabbia e attivazione fisiologica
Nella maggior parte dei casi ci si sente arrabbiati quando abbiamo la sensazione di essere stati trattati in modo ingiusto ma a volte, invece, non è del tutto chiaro il perché ci sentiamo arrabbiati. Quello che accade è che si avverte solo una certa reattività del corpo a quello che accade come ad esempio: la sensazione di forte tensione muscolare, calore diffuso, accelerazione dei battiti cardiaci, della respiratori e della sudorazione. In questi casi le parole più indicate ad esprimere questo stato sono: “nervoso” e “stizzito”.
Rabbia collegata ad una persona
Quando la rabbia viene collegata esplicitamente ad una persona in quanto tale e non al comportamento specifico che ha toccato la propria sensibilità, essa diventa spesso ostilità. Ci si può quindi sentire “ostili” verso qualcuno o, più frequentemente, descrivere l’altra persona come “ostile” quando si percepisce o si nota nell’altro una rabbia frequente verso qualcuno che non trova possibilità di mediazione.
Una parola che viene spesso usata per descrivere una persona che esprime spesso questa potente emozione è “aggressivo“. In realtà questa parola non si riferisce all’emozione della rabbia ma al modo in cui viene espressa. Si definisce aggressivo, infatti, colui che esprime la rabbia esternandola all’esterno ai danni della persona che ha scatenato la reazione rabbiosa. Per esempio spesso si dice di chi esprime la rabbia dando calci, dicendo parolacce, ecc. E’ importante quindi usare questa parola con molta attenzione. Quando diventa un’etichetta che descrive il comportamento rabbioso si rischia di perdere di vista i bisogni più profondi e nascosti che stanno alla base delle reazioni di rabbia.
L’uso scorretto della parola aggressivo può portare all’utilizzo della parola “cattivo“: lui è cattivo o mi sento cattivo. Si tratta in realtà di un giudizio della persona che si crea a partire da una serie di comportamenti sgradevoli che la rabbia può aver suscitato esagerati o intenzionali. Il rischio è simile a quello che si corre usando la parola aggressivo, anzi più forte.
Un’altra parola che richiama i concetti precedenti è “vendicativo”. Quando una persona si sente arrabbiata con una persona perché ritiene che si sia comportata ingiustamente nei propri confronti, rischia di cadere nella trappola della rabbia che è quella di voler restituire il torto subito. Ci si può sentire, quindi, vendicativi.
Quante di queste parole usate come genitori? E i vostri bambini quali usano?
Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)
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