Cos’è la funzione materna? In cosa consiste? Ne parla in modo approfondito e chiaro Massimo Recalcati nella prima puntata di “Lessico famigliare”, trasmissione su Rai3. Non sono riuscita a guardare la puntata in diretta a causa dell’orario un po’ tardo ma ho voluto registrarla proprio per l’importanza del tema trattato, lavorando quotidianamente con le mamme.

La funzione materna: cos’è

Essere genitore non è un fatto biologico legato al sesso ma è legato alla funzione che una madre o un padre riveste nella vita di un figlio, afferma Recalcati. A volte accade che le relazioni genitori-figli più autentiche siano quelle adottive perché più libere da interessi più materiali. Al di là che si stia parlando di una genitorialità naturale o adottiva, ciò che importa è che venga esercitata la funzione materna e paterna. Vediamo meglio quindi in cosa consiste la prima.

La funzione materna consiste nel prendersi cura del figlio in modo particolare e specifico. L’amore della madre non è un amore generico per la vita, non è anonimo ma è un amore per il nome, per quel figlio, unico nella sua bellezza fatta di qualità e difetti. E’ un amore che nasce ancora prima dell’arrivo del bambino perché nasce nell’attesa, nel desiderio.

I tre volti della funzione materna

Il primo volto della maternità, dice Recalcati, viene ben rappresentato dall’immagine di una madre che tiene per mano il figlio salvandolo da un vuoto nel quale rischia di cadere. Un aspetto importante della funzione materna consiste quindi nell’accogliere e rispondere al grido del bambino attraverso la sua presenza.

Il secondo volto della maternità è lo sguardo della madre sul figlio che rappresenta il mondo. Il bambino, in pratica impara a guardare a se stesso e al mondo attraverso gli occhi della madre. Se lo sguardo che il bambino incontra è uno sguardo sereno e colmo di gioia l’incontro con il mondo lo sarà altrettanto, mentre se lo sguardo che incontra è triste e angosciato l’incontro con il mondo si fa più difficile, pieno di nubi.

Il terzo volto della maternità è la presenza duplice e apparentemente contrastante di due aspetti: l’accoglienza della vita nella vita e il lasciar andare questa vita. La madre che in un primo momento ha accolto e cresciuto con il suo stesso sangue il figlio, ad un certo punto gli insegna ad andarsene da lei, lo aiuta a camminare con le proprie gambe mollando la presa della sua mano. Lo fa per aiutarlo ad andare incontro al mondo. Il paradosso della maternità è quindi la presenza contraddittoria di queste due forze: “meglio che sia mio piuttosto che perderlo” ma anche “meglio che sia vivo lontano da me piuttosto di trattenerlo morto con me”. Ospitalità senza proprietà dice Recalcati.

Una madre permette al figlio di staccarsi da lei serenamente se non dimentica di essere donna oltre che madre. I bambini hanno bisogno di avere madri che non esauriscono la loro vita nella vita dei figli, madri che abbiano quindi interessi che vadano al di là della maternità. I figli hanno bisogno della presenza delle madri ma anche altrettanto bisogno dell’assenza della madre, hanno bisogno di essere un po’ abbandonati per poter sperimentare la libertà. Al contrario sarebbero risucchiati dalla madre.

La funzione materna: la mia esperienza

Cosa ne pensate? La trovo un’analisi davvero interessante e profonda. Io riscontro spesso queste dinamiche nel mio lavoro con le famiglie. Incontro mamme che faticano a cogliere i bisogni più profondi dei bambini, che sono presenti fisicamente ma lontane emotivamente, oppure entrambe le cose. Incontro bambini che fanno fatica a separarsi dalle madri per affrontare serenamente il loro mondo e madri che faticano a lasciare spazi di autonomia ai figli. Ma incontro anche tante mamme presenti e attente, semplicemente desiderose di capire ancora meglio il proprio bambino e il proprio ruolo. E’ davvero gratificante vedere come una volta comprese meglio certe dinamiche le cose si sistemino facilmente.

La mia esperienza della funzione materna non si esaurisce nel lavoro ma anche nella vita privata visto che sono diventata madre anch’io. Di certo terrò presente tutti questi aspetti e farò del mio meglio per metterli in pratica, mettendo in conto che sicuramente sbaglierò anch’io tante volte 🙂 Siamo essere umani oltre che mamme e donne!

Dott.ssa Serena Costa psicologa dell’infanzia (serenacosta.it@gmail.com)

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